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Vi siete mai domandati da dove nasca l’usanza di donare le uova di Pasqua? Per trovare una risposta dobbiamo andare molto indietro nel tempo. Ebbene, proprio come la Fenice di cui vi ho già parlato, pare che le uova siano sempre state presenti in quasi tutte le antiche civiltà, in quanto anch’esse erano associate al simbolo della rinascita. Resti di uova decorate furono ritrovati addirittura nelle piramidi egizie, poiché essi consideravano l’uovo come fulcro dei quattro elementi, aria acqua fuoco e terra. Secondo altre antiche culture, unendosi, terra e cielo formavano un uovo, simbolo di vita. Anche gli antichi Persiani erano soliti scambiarsi semplici uova di gallina in primavera, periodo in cui la natura risorge. Anche il cattolicesimo vide nell’uovo il simbolo della vita; all’apparenza simile ad una pietra inanime, l’uovo nascondeva invece in sé una nuova vita pronta ad uscire, da qui il simbolo della resurrezione.  È così che, da rinascita della natura in primavera, l’uovo assunse il significato di rinascita di Gesù. Nel medioevo, durante la quaresima oltre alla carne era proibito mangiare anche le uova, così per poterle conservare prese vita l’usanza di bollirle avvolte in foglie e fiori che gli donassero una gradevole colorazione naturale, per poi donarle a Pasqua. Sempre nel medioevo nacque anche la tradizione di creare uova in argento o oro, destinate agli aristocratici. L’origine delle uova di Pasqua al cioccolato ha invece diverse versioni: una risale agli albori del diciottesimo secolo, ai tempi del re Sole, Luigi XIV, il re più longevo della storia della Francia con i suoi 72 anni in carica, che dal proprio cioccolatiere di corte fece creare il primo uovo al cacao. Altra versione attribuisce l’invenzione delle uova al cioccolato ai maestri cioccolatai torinesi del ‘700, che ne avrebbero anche inserito le sorprese all’interno.  Ecco come questo piccolo scrigno che racchiude in sé una vita pronta a schiudersi, a volte venerato, altre sottovalutato, ha rappresentato valori e credenze molto profonde in ogni popolazione, ispirato tradizioni e leggende fino a ridursi, oggi, a semplice consumismo.