Oggi 11 novembre, si festeggia San Martino. Conoscete il detto “L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino”?
Secondo la leggenda, questi giorni dovrebbero distinguersi per le belle giornate di sole e temperature miti.
Secondo alcuni, non si tratta di condizioni climatiche ballerine, ma di un’antichissima credenza popolare cristiana risalente al quarto secolo dopo Cristo.
La leggenda narra che in questo giorno, mentre si trovava a cavallo, Martino, allora un semplice ragazzo di nobili origini, si imbatté in un mendicante nudo e infreddolito sotto l’assalto del freddo e della pioggia. Impietosito, divise in due il suo mantello di lana e gliene donò una metà.
Più avanti incontrò un altro mendicante, anch’egli infreddolito, e nuovamente mosso a compassione donò anche a lui l’altra metà.
Poco dopo quel nobile gesto la pioggia smise di cadere e le nuvole si aprirono per lasciare spazio al sole che riscaldò la temperatura come se fosse tornata l’estate.
Martino quella notte sognò Gesù rivelargli di essere lui il mendicante al quale aveva donato il mantello.
Questa leggenda esiste anche nei paesi anglosassoni con il nome Indian Summer “estate indiana”.
Secondo la tradizione in questi giorni si aprivano anche le prime botti del vino nuovo da assaggiare insieme alle castagne, simbolo dell’autunno.
Molto bella la poesia che Carducci ha dedicato a questo giorno, per l’appunto San Martino.
Non è che in questi giorni il tempo sia così bello come la leggenda vorrebbe, segno forse che anche queste, lentamente, stanno scivolando via perché dimenticate. Sta a noi tramandarle, se non altro per tenere alti i valori che le hanno caratterizzate.