Oltre a quella di Jacopo e Giacinta c’è un’altra leggenda legata ad uno dei presidi di Monte Argentario in cui protagonisti sono due innamorati.
Situata su una collina circondata da boschi anziché su una scogliera a strapiombo sul mare, la Torre dell’Argentiera svetta imponente sul nostro promontorio fin dal medioevo. Un fulmine fece crollare la parte superiore conferendole un aspetto diroccato, ma una ristrutturazione negli anni novanta le ha conferito l’aspetto attuale. La sua particolarità è che non ha porte d’ingresso, l’unica apertura si trova a parecchi metri da terra e non vi sono scale per raggiungerla, e ciò ha alimentato molte credenze; una di queste vuole che sotto la torre vi fossero una serie di cunicoli che la collegavano con il vicino Forte e addirittura con la Fortezza e con una grotta sul mare, ma la più nota è quella della chioccia con i pulcini d’oro.
In realtà vi sono diverse versioni di questa leggenda; una di queste narra di una fanciulla che, in attesa del proprio amato partito per la guerra in Oriente, si rifugiò nella torre. Da qui osservava ogni giorno il mare in attesa di scorgere le vele bianche del veliero. Un giorno lo vide rientrare, ma il cavaliere non fece ritorno. Credendolo morto si gettò dall’apertura della torre e morì. Ma il cavaliere era vivo, e quando giunse alla Torre portandole in dono una chioccia con dodici pulcini d’oro, scoprendo che la sua amata era scomparsa, per il dolore morì anche lui. Di colpo la chioccia e i pulcini si animarono e presero a vagare nei sotterranei della torre in cerca delle anime dei due innamorati.
In molti, nel corso dei secoli, hanno scavato invano nei pressi della Torre in cerca di quei cunicoli e dei pulcini d’oro, e qualcuno sostenne addirittura d’averli sentiti pigolare.
Se ti inoltri tra il fitto bosco di cipressi che ricopre la sommità della collina fino alla radura che circonda la Torre, quindi, presta molta attenzione… Chissà che anche tu non possa scorgere il luccichio di un pulcino dorato o udirne il sommesso pigolio!