Monte Argentario, il promontorio in cui vivo ha alle spalle una storia molto agitata, fatta di conquiste, assedi e incursioni piratesche. Da queste storie sono nate diverse tradizioni e leggende che hanno reso questo posto ancor più magico e affascinante.
Una di queste leggende ha origine dall’assedio francese del 1646, e protagonisti sono Giacinta, la figlia di un generale spagnolo che viveva tra le mura della Fortezza, e Jacopo, un soldato ai comandi di costui, due giovani innamorati che avrebbero dovuto sposarsi.
La mattina del 9 maggio, al largo di Porto Santo Stefano comparvero più di 100 navi francesi, inviate dal cardinale Mazzarino per conquistare il presidio spagnolo. Vi fu una battaglia cruenta durante la quale Jacopo, rimasto ferito, andò a rifugiarsi in mezzo al bosco del poggio dell’Argentiera. La fortezza fu conquistata e Giacinta fatta prigioniera. Ma Jacopo non si diede per vinto e cercò in tutti i modi di liberare la sua amata, e il primo di giugno si recò sotto la fortezza, dove la vide affacciarsi ad una delle finestre. Jacopo fu però circondato dalle guardie e lei, certa di non avere via di fuga, presa dalla disperazione si gettò nel vuoto. Jacopo riuscì a raggiungere il suo corpo, ma fu raggiunto e ucciso dai soldati francesi e i loro corpi furono lasciati lì; scomparvero poi misteriosamente, al loro posto rimase solo una macchia di sangue.
L’attacco, noto come l’Assedio di Orbetello, durò più due mesi finché i francesi furono sconfitti.
La leggenda vuole che da allora ogni anno, alla mezzanotte del primo di Giugno, si possa scorgere una nebbia biancastra uscire dalla Fortezza e dirigersi verso il fosso del valle; qui compare l’immagine indistinta di una giovane donna che si unisce con quella di un uomo, anch’esso avvolto in una nube e disceso dal poggio dell’Argentiera. Le due anime si incontrano fino a formare un’unica nebbia che lentamente poi si dissolve, finalmente uniti ma condannati a rivivere tutto ciò ogni anno.
Una storia d’amore struggente che va oltre i limiti del tempo, ma ogni leggenda ha sempre un fondo di verità, e mi piace pensare che quelle anime tanto sfortunate durante lo loro breve vita terrena, siano in eternamente unite e in pace.